lunedì 14 luglio 2008

Genova-Sardegna




Certe Isole hanno il potere di mettere le radici nel mio cuore.
Ma non solo.
Quando pensi che la tua vita sia sprofondata nella tranquillità
di chi sa sempre cosa fare e perchè,
ecco che comincia ad affollarsi di emozioni forti,
di sensazioni sottopelle,
di convulsioni mentali,
di brividi che non riesci a controllare, tuo malgrado.
Ecco che i vicoli di una città di porto,
certi odori pungenti e salmastri,
certi occhi apparentemente distratti
bastano a rivoltarti sottosopra
e farti mancare le gambe.
Ecco che quando la nave lascia la banchina,
l'euforia della partenza,
della nuova scoperta,
si mescola
all'angoscia del distacco, della mancanza,
della necessità.
Poi è stato tutto un tripudio di sensazioni
apparentemente distanti da tutto ciò..
I miei occhi si tuffano
nel viola intenso degli oleandri
in piena fioritura,
su insenature che evocano altri profili,
nel mare celeste, cristallino,
sulle alte scogliere
a tratti così simili alla 'mia' Irlanda,
il mio naso rincorre
quel profumo di terra arsa,
di ginestre, eucalipti, ginepri e mirti
che il vento di maestrale accarezza di continuo.
Accarezza anche me, quasi a rassicurarmi.
Lascio fare.
Il sole mi bacia,
dona alla mia pelle un colore gioioso e vitale.
Salsedine sulle labbra, sulla pelle.
Tramonti incompleti.
Distese enormi, di mare e terra.
E speranze.
Alte Speranze.


Io vivo, e attendo.

Arrivederci, Sardegna!


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